Hunger Games Il canto della rivolta

“Hunger Games Il canto della rivolta” di S. Collins – Recensione

Tempo stimato di lettura: 4 minuti

Trama:

Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all’Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno… Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l’Arena sembrerà una passeggiata.

Recensione:

Ho aspettato due giorni dopo aver terminato il libro prima di iniziare a scrivere questa recensione, perché mi aveva lasciato la testa piena di pensieri e non sapevo come mi sentivo.

Questo libro si vede dall’inizio che è diverso dagli altri, tanto per fare un esempio si svolge in un posto nuovo, il creduto distrutto Distretto 13, la nuova casa di Katniss e di tutti i profughi del Distretto 12. Qui c’è la possibilità di una nuova vita, e qui c’è anche il centro della ribellione: si pianifica come attaccare Capitol City e liberarsi dal suo potere.

Katniss all’inizio è spaesata, disorientata, non segue i programmi che giornalmente le vengono stampati sul braccio, ma con la compagnia e il supporto di Gale piano piano comincia a tornare nella normalità. Ci sono delle apparizioni di Peeta in tv, dove afferma che Katniss è confusa e plagiata dai ribelli. La Coin, capo del Distretto 13 e della resistenza, vuole usare Katniss come Ghiandaia Imitatrice e simbolo della rivolta, e Katniss detta le sue condizioni, tra cui l’immunità totale per i vincitori superstiti, in quanto ha paura che Peeta venga creduto un alleato di Capitol City, e che deve essere lei ad uccidere Snow. Inizio le riprese di lei nel distretto 12, nel Distretto 8, e lì si trovano durante un attacco aereo con bombe incendiarie da parte di Capitol City, e lei combatte e lancia un messaggio a Capitol City: se noi bruciamo, voi bruciate con noi.

A quel punto c’è un’altra intervista fatta a Peeta, più smunto ed evidentemente sottoposto a torture, che si lascia sfuggire il fatto che Katniss potrebbe essere morta prima dell’alba: a quel punto la telecamera si rovescia, si vede uno schizzo di sangue facendo intuire che Peeta è picchiato, e tutto il Distretto 13 si mette in allarme per l’imminente attacco. Si rifugiano in un rifugio sotterraneo anti attacco, e riescono a salvarsi. Adesso è arrivato il momento del contrattacco. Capiscono che è arrivato il momento di liberare Peeta, Annie e gli altri prigionieri, e creano un diversivo con un’intervista a Katniss e a Finnick, il quale si faceva pagare da Capitol City con i segreti, che adesso rivela a tutti, tra cui il fatto di Snow è diventato così presto presidente perché uccideva i suoi avversari.

Peeta viene liberato, ma le ha torture subito lo hanno indotto a credere che Katniss sia un ibrido creato da Capitol City e che lo vuole uccidere, non riesce più a distinguere i ricordi veri da quelli falsi. Lo tengono in isolamento, cercando di trovare un modo per “sanarlo”. Vengono create le squadre che andranno a Capitol City, e una di queste è composta da Katniss, Gale, Finnick e altri del Distretto 13. Durante la missione, uno dei componenti muore e Peeta viene mandato come sostituto. Katniss, dopo la morte del comandante, prende il comando per andare ad uccidere Snow, alla fine rimangono lei, Gale, Peeta e un altro paio. Gale viene catturato e lei non rispetta il loro patto di uccidersi in caso di cattura per evitare le torture. Lì vicino, in un punto in cui erano raccolti molti bambini, vengono fatte esplodere delle bombe; arrivano i soccorsi, tra cui la sorella di Katniss, e esplodono altre bombe, ferendo lei e uccidendo la sorella.

A questo punto la guerra finisce, Katniss viene curata nel fisico ma dentro è spezzata per la perdita della sorella, e quando riesce a parlare con Snow che è stato catturato, lui le insinua il dubbio che sia stata la Coin a far scoppiare quelle bombe, sia perché erano bombe che erano state create nel Distretto 13 e sia perché se lui fosse stato in possesso di un hovercraft lo avrebbe usato per scappare e non per uccidere dei bambini. Durante la pubblica esecuzione di Snow, che dovrebbe essere eseguita dalla Ghiandaia Imitatrice, all’ultimo secondo la ragazza cambia bersaglio ed uccide la Coin. Viene rinchiusa e processata, riconosciuta incapace di intendere e di volere a causa degli shock subiti, e liberata solo a condizione di essere curata dallo psichiatra. Viene rimandata nel Distretto 12 insieme ad Haymitch, e per tutto l’inverno rimane come un vegetale accanto al camino, mangia la colazione e la cena che le vengono preparate da Sae la Zozza e basta. Finché non arriva Peeta, che vuole piantare delle prime rose in onore della sorella, e lei è come se si risvegliasse. Decide di uscire a caccia, chiede notizie di Gale, che adesso vive nel Distretto 2 ed è importante. Lei finalmente capisce che ha bisogno di un ragazzo che sappia bilanciare il suo temperamento focoso e non alimentarlo, che lei ama Peeta. Il romanzo termina con un salto temporale in cui ci mostrano Katniss e Peeta sposati, con due figli, che vivono in un mondo in cui non esistono più gli Hunger Games ma che vengono raccontati a scuola, e che i suoi figli sanno che i genitori hanno preso parte a questi giochi.

Il libro ha preso una svolta che non avevo neanche preso in considerazione, Katniss è diventata una macchina per uccidere, spietata, ha ucciso persone innocenti per raggiungere Snow, alla proposta della Coin di fare un’ultima edizione dei giochi con i figli degli esponenti di Capitol City, lei si mostra d’accordo. Ci sono state morti che mi hanno sconvolta, come quella di Finnick e di Primrose. So che così il libro non è stato reso meno reale dato che nella realtà ci sono perdite da entrambe le parti, che il finale non è scontato (io tifavo per lei e Gale), ma mi ha comunque lasciata con l’amaro in bocca. D’accordo che i personaggi crescono, che lei ha subito più traumi della maggior parte delle persone, ma non riesco a vederla reale come personaggio in quest’ultimo libro. A mio parere è inverosimile che una persona da sbandata e confusa si trasformi in un’assassina, poi di nuovo in un guscio vuoto e poi ritorni ad essere la persona che era fin dall’inizio. Mi dispiace ma questo libro non è assolutamente stato all’altezza degli altri.

Potete trovare il libro qui:

Le fiamme di Pompei

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Voto: VotazioneVotazioneVotazioneVotazioneVotazione Recensione di: Vanessa
Scheda libro

Titolo: Hunger Games Il canto della rivolta
Autore: Suzanne Collins
Data pubblicazione*: 14/05/2013
Editore: Oscar Mondadori
Lingua: Italiano
Genere: Distopico
ISBN: 8804632240
Autore recensione: Vanessa
Valutazione recensione: 3
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