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“Le Chauffeur” di Cathlin B – Sosteniamo il Made in Italy

Tempo stimato di lettura: 3 minuti

Per il Made in Italy vi parlo di Cathlin B e del suo libro “Le Chauffeur”.

Cathlin B è un’autrice italiana.
Dopo molto girovagare per l’Italia nel periodo adolescenziale da diversi anni è tornata alla sua città d’origine nel nord-ovest, dove ora vive col marito e due figli.
Da sempre appassionata di lettura e scrittura, solo nel 2014 ha iniziato a pubblicare uno dei suoi tanti scritti su una piattaforma di condivisione di scrittura. Nel 2015 ha realizzato il suo sogno e si è lanciata con la sua prima auto pubblicazione.
Al momento è disponibile in versione ebook un racconto romance m/m: “Beach Huts”.
La storia breve m/m “Le Chauffeur – le retour” è disponibile sia in ebook che in cartaceo. Presto verrà pubblicato il seguito.
Disponibile sia in versione ebook che cartacea un romanzo young adult: “Country Lil Love Story”.
E’ admin del gruppo fb “Short but Sweet un insolito angolo tranquillo – Male to Male” che a giorni compirà un anno di vita.
Gemello di Short da poco tempo è nato un altro gruppo dove vengono promosse storie f/f “Così amate – Storie di ragazze”.
Le pagine autore sono due: Cathlin B Inchiostro Nero sulle dita

Ringrazio l’autrice per aver condiviso con noi un estratto del suo libro, che potete leggere qui sotto.
Sono sicura che sarà un ottimo spunto per incuriosirvi e acquistare il libro.

Vi ricordo di sostenere sempre il Made in Italy e rinnovare il vostro hashtag #ioleggoitalianoperché con le vostre opinioni.

“…Mi guardo in giro. Magari mi aspetta lontano dalla folla. E poi lo vedo. Appoggiato a una colonna con una spalla, braccia incrociate sul petto, un piede davanti l’altro. Abbronzato. In elegante completo scuro, nonostante il caldo fuori. Boccheggio. È una vista che mi fa male. Mi devo appoggiare al trolley che mi trascino dietro. Penso che, come il solito, non sono alla sua altezza. Lui è sempre così elegante e perfetto in ogni occasione! Mi avvicino, tanto so benissimo che lui non lo farà. So benissimo che mi ha visto. Dentro l’edificio non ha occhiali, la luce è soffusa e non gli dà fastidio. Vedo dove sta guardando. Guarda me che mi avvicino, senza staccare gli occhi neanche per una frazione di secondo. Mi sento, di nuovo, intimorito. Merda! Mi era passata! Non posso ricominciare tutto da capo! Mi sento avvampare sotto il suo sguardo duro. Mai un abbozzo di sorriso. Magari mi detesta, ma è il suo lavoro aver a che fare con me. Forse sono solo io a provare tutte queste emozioni, ad avere il cuore che batte così forte da farmi male e togliermi il respiro. Ogni passo verso di lui è una sfida alla gravità. Mi sembra di andare al rallentatore. Mi fermo davanti a lui. A mezzo metro dal suo corpo. La prima cosa assurda che noto è che ora lo guardo dritto negli occhi. Sono cresciuto di qualche centimetro in questi mesi. Si raddrizza e distende le braccia lungo il corpo. Alza lo sguardo e incrocia i miei occhi. Così da vicino si vede la barba bionda appena accennata di un giorno. Noto delle lentiggini sotto gli occhi, più scure dell’abbronzatura. Faccio un respiro profondo mentre vengo scosso da un brivido che mi finisce tra le gambe. Spero non si noti molto l’effetto che mi fa quest’uomo! «Bentornato.» La sua voce profonda mi scava dentro, eppure il suo tono è neutro. Mi fa sentire non desiderato. «Dia a me.» Allunga una mano e mi prende dalla spalla la borsa da viaggio. Gli porgo il trolley meccanicamente. Posa la sua mano sulla mia, ancora avvolta sulla maniglia di plastica. Sposto lo sguardo sulle nostre mani. Non è un caso. Ha voluto toccarla, prenderla tra le sue dita in una stretta che sembra un abbraccio. Sentire la mia pelle sulla sua. Mi guarda in attesa di qualcosa. Sono confuso, non capisco di cosa è in attesa. Di una mia reazione? Di muoversi da lì? Lentamente sfilo la mano da quello strano abbraccio, senza fiato, intontito, estasiato e confuso. Lo seguo fuori, camminandogli dietro come un cagnolino, anche se io mi sento più uno zombie. Confronto a lui così perfetto che perfino altre persone lo seguono con lo sguardo. La borsa a mano su una spalla e il trolley che lo segue docile. È una visione. Sono di nuovo fottutamente perduto. Forse più di prima. La lontananza non mi ha guarito.”

Potete acquistare il libro qui:

Mirtilla Malcontenta

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