Viaggi nel tempo “Rumore di tuono” di Ray Bradbury – Recensione

Tempo stimato di lettura: 4 minuti

Trama:

Nell’anno 2055 vengono organizzati dei safari nel tempo, per cacciatori che cercano emozioni fuori dal tempo e dall’ordinario. Una spedizione però finisce male: un cacciatore spaventato scappa dalla piattaforma in metallo antigravità camminando qualche passo sulla terra di milioni di anni fa. Questo evento apparentemente insignificante causa nel futuro cambiamenti radicali, come il cambiamento del presidente appena eletto o della lingua: la targa di presentazione della ditta di viaggi nel tempo cambia e con lei anche l’inglese parlato da un socio della ditta.

Il cacciatore così controlla sotto la suola della sua scarpa, e vi trova una bellissima farfalla preistorica, morta. Per una piccola morte, eventi a catena ad effetto domino hanno cambiato per sempre il futuro.

Recensione:

SAFARI NEL TEMPO S.P.A.
SAFARI IN QUALSIASI ANNO DEL PASSATO.
VOI SCEGLIETE L’ANIMALE.
NOI VI CONDUCIAMO SUL ssoSTO.
VOI LO UCCIDETE.

Corre l’anno 2055, il nuovo presidente americano è appena stato eletto e non è proprio il tipo di persona di cui il mondo aveva bisogno.
Ci sono però dei lati positivi, almeno per alcuni.

Grazie a Dio è stato eletto Keith, questo pensa Travis che di lavoro porta i cacciatori nel passato con la sua macchina del tempo per poter provare il brivido di uccidere animali estinti.
Grazie a Dio, si, perché se l’altro candidato avesse vinto non avrebbe mai consentito nulla del genere.
Attenzione però, non parliamo di pericolo per chi viaggia nel tempo.
Il pericolo riguarda l’umanità intera perché quello che fanno può irrimediabilmente danneggiare il futuro del mondo.

Il modus operandi è piuttosto semplice: il cacciatore paga diecimila dollari e viene condotto indietro nel tempo per uccidere l’animale prescelto. Ogni sgarro, ogni contravvenzione, costerà altrettanti soldi.
Un esperimento piuttosto costoso per soddisfare il proprio egocentrismo se ci pensate…
Una guida perlustra l’area da sola prima del viaggio ufficiale e contrassegna con un proiettile di vernice l’animale da uccidere. La scelta ricade sempre su un esemplare già destinato alla morte, così che il ciclo vitale non subisca  danni che si ripercuoterebbero sull’evoluzione delle specie.

Il cacciatore protagonista di questo racconto desidera uccidere un T-Rex e la guida ne contrassegna uno destinato a morte certa. Il piano è semplice, pochi secondi prima della morte naturale il cacciatore spara e uccide la bestia. In questo modo tutti si divertono e nessuno cambia le sorti del mondo.

E’ tutto così ben organizzato….
Torni indietro nel tempo, cammini su una passerella sospesa sopra al terreno per non modificare nulla dell’era passata, spari a un animale morente, scatti una foto per soddisfare il tuo ego e torni a casa.
Senza trofeo è ovvio, non è possibile alterare le linee temporali portando nell’era attuale qualcosa che è appartenuto a un altro secolo.
E’ così semplice che alla fine qualcosa deve necessariamente andare storto.
Il cacciatore, tale Eckels, non ne ha abbastanza e chiede insistentemente di scendere dalla passerella e sparare a un T-rex scelto da lui. Questo non è ovviamente possibile, ma la discussione tra lui e le guide porta a un attimo di distrazione fatale. Il T-rex li raggiunge prima che si accorgano e quando iniziano a sparare è troppo tardi, molte cose sfuggono al controllo e i protagonisti si ritrovano a scappare verso la macchina del tempo per mettersi in salvo. Eckels resta solo e tenta di uccidere il dinosauro con più colpi del previsto. Questo cambia le cose, cambia tutto in realtà.
Obbligato dalla guida il cacciatore recupera i proiettili dal dinosauro (non possono lasciarli ovviamente, condizionerebbero un epoca passata con tecnologia futuristica) e quando torna, con grande disapprovazione di tutti, ha gli stivali pieni di fango.
Cosa faranno mai, in fondo, degli stivali sporchi?
L’opinione generale è di lasciare Eckels nel passato o obbligarlo a pulirsi le scarpe, ma lui si rifiuta ritenendo il tutto decisamente fuori luogo ed esagerato.

L’avventura si chiude con il ritorno dei viaggiatori nella loro epoca.
La porta della macchina del tempo si apre, tutto è uguale a prima e non si può fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
Alla fine erano tutte esagerazioni, sostiene Eckels soddisfatto.
Tutto è andato secondo i piani, l’animale è morto, il cacciatore è felice e il mondo è come prima.

Ma l’uomo dietro la scrivania non è esattamente lo stesso…la stanza è uguale ma l’uomo no… cosa è cambiato?

“Eckels stava immobile, fiutando l’aria, e c’era qualcosa nell’aria, una contaminazione chimica così sottile, così lieve, che soltanto un debole grido dei suoi sensi subliminali l’avvertiva di quella presenza.”

“Al di là di quella parete, al di là di quell’uomo che non era esattamente lo stesso uomo seduto a quella scrivania…si stendeva un intero mondo di strade e di gente. Non c’era modo di capire che specie di mondo fosse, adesso. Poteva quasi sentirli muoversi là, oltre quella parete, come altrettanti pezzi degli scacchi, trascinati da un vento secco…”

E’ evidente che giocare con il tempo è pericoloso, che nessuno può permettersi di variare i piccoli dettagli del passato. Non possiamo mai essere certi di quello che facciamo tornando indietro nel tempo e interferendo col corso della vita. Il Dottore (e scusate ma quando leggo Bradbury non posso fare a meno di pensare a lui) ci dice sempre, in ogni sua puntata, che cambiare il minimo dettaglio del passato non conoscendone l’importanza può variare il corso dell’evoluzione dell’uomo e di qualsiasi specie abiti sul pianeta.
E’ pericoloso.
Nemmeno l’ego di un cacciatore può essere un motivo sufficiente per rischiare così tanto.

“Ma la realtà immediata era la scritta dipinta sulla parete dell’ufficio,
la stessa scritta che aveva letto quel giorno, appena entrato.
In qualche modo era cambiata.

SEFARI NEL TEMPO S.P.A.
SEFARI EN QUALSIASI ANNO NIL PASSATO.
VUI SCIGLITE L’ANNIMALE.
NUI VE CONDICIAMO SIL POSTO.
VUI LU UCCEDITE.”

In quel momento, quando Eckels realizza che molte cose sono cambiate, tutti i pezzi tornano al loro posto e il nostro protagonista fa la cosa più ovvia di tutte.
Guarda sotto la scarpa.
La scoperta è terrificante.
Là dove per lui c’era solo fango, attaccata alla suola, c’è una farfalla.
Una farfalla morta nella sua epoca in condizioni anormali e prima del previsto e poi portata nel presente.
Il mondo è cambiato.
L’avidità, la lussuria, l’egocentrismo di un uomo assetato di autocompiacimento ha cambiato le sorti del mondo.
In tanti piccoli dettagli, il mondo non è più lo stesso.

Si chiama effetto farfalla, si chiama giocare con qualcosa che è più grande di noi.

Il grande maestro Bradbury, con la sua magistrale capacità, ci porta nuovamente in ambientazioni futuristiche e ci avverte: la nostra razza non è pronta per affrontare le grandi sfide dell’universo e nemmeno per viaggiare nel tempo.
Non finché saremo guidati dal nostro proverbiale egocentrismo.

“Non si mosse. Con gli occhi chiusi, attese, rabbrividendo.
Udì Travis respirare pesantemente nella stanza; udì Travis muovere il fucile,
togliere la sicura, e alzare l’arma.
Vi fu un rumore di tuono.”

A breve la recensione del secondo racconto contenuto nel volume “Viaggi nel Tempo” edito da Einaudi Super Et.

Doveroso il riferimento al Dottore che, proprio nell’episodio 4×02 “Le fiamme di Pompei” (al quale è ispirato il sito), rivela alla sua compagna una grande verità. Non possiamo modificare il passato, anche se questa rinuncia ci costa cara. Noi non possiamo interferire. L’universo intero potrebbe collassare.

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Voto: VotazioneVotazioneVotazioneVotazioneVotazione Recensione di: Laura Cammareri
Scheda libro

Titolo: Rumore di tuono
Autore: Ray Bradbury
Data pubblicazione*: 01/01/1952
Editore: Einaudi Super ET
Lingua: Italiano
Genere: Sci-fi
ISBN: 8806229508
Autore recensione: Laura Cammareri
Valutazione recensione: 5
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